Bahamas, la Storia
I primi abitanti delle Bahamas furono i lucaiani, una tribù appartenente al gruppo
indiano degli arawak, che giunsero sulle isole verso la fine del IX secolo.
Questa tribù era essenzialmente un popolo di pescatori e ciò che rimane della loro
cultura si limita a frammenti di ceramica, petroglifi e parole come canoa, cannibale,
amaca, uragano e tabacco.
Cristoforo Colombo sbarcò a San Salvador nel 1492. Tre anni più tardi, i colonizzatori
spagnoli fondarono il primo insediamento dell'arcipelago, adoperandolo come stazione,
per l'imbarco dei lucaiani schiavizzati, verso Hispaniola.
Nel giro di venticinque anni l'intera popolazione lucaiana venne deportata e
l'insediamento venne abbandonato.
Nel 1659 giunse sull'isola un gruppo composto da puritani, neri e schiavi affrancati
che erano stati allontanati dalle Bermuda e dal Nord America; qui essi fondarono
Charles Town (la futura Nassau) a New Providence. La città attirò un insieme
eterogeneo di personaggi equivoci che si guadagnavano da vivere soprattutto con il
saccheggio dei relitti; a questo si aggiunse anche l'attività dei corsari che
depredavano tutto ciò che incontravano lungo il loro cammino. Questo fenomeno,
durante il XVII secolo, si diffuse maggiormente grazie anche ai finanziamenti da parte
della Corona Britannica finalizzati ad un maggior controllo delle acque intorno alle
Bahamas.
Dopo la distruzione della città di Charles Town da parte di una flotta alleata di francesi e spagnoli, nel 1703, i pirati proclamarono una 'Repubblica Pirata' priva di leggi ed elessero Edward Teach, noto come Barbanera, loro giudice. Questa condizione proseguì fino al 1714, quando la Gran Bretagna firmò il trattato di Utrecht, che annullò la protezione reale e dichiarò fuorilegge i pirati. Il governatore scelto dalla corona alla fine ebbe la meglio sui pirati che furono costretto ad abbandonare l'isola.
Coloro che rimasero sull'isola cominciarono a sopravvivere dedicandosi alla caccia
alle tartarughe, la raccolta del sale e il saccheggio dei relitti.
Nel 1773 le Bahamas erano così povere che il governo dichiarò fallimento.
Dopo la rivoluzione americana, i monarchici inglesi cominciarono a spostarsi a migliaia
alle Bahamas, triplicando in tre anni la popolazione e introducendo due elementi che
avrebbero profondamente segnato il futuro delle isole: il cotone e gli schiavi.
Essi diedero vita alle piantagioni rincorrendo al modello statunitense, ma la terra si
rivelò inadatta e la maggior parte fallì in pochi anni. Quando la Corona dichiarò
fuorilegge il commercio degli schiavi nel 1807, la Marina Britannica iniziò a
intercettare le navi e a portare alle Bahamas gli schiavi liberati.
Questi eventi ebbero come conseguenza l'abbandono delle isole da parte dei monarchi e
il lascito di queste agli schiavi che iniziarono a dedicarsi alla alla pesca e
all'agricoltura di sussistenza. I principi di vera eguaglianza e pari diritti politici,
comunque, si rivelarono irraggiungibili, dato che l'epoca successiva alla schiavitù fu
segnata dal dominio di una minoranza elitaria di bianchi su una maggioranza nera poco
rappresentata.
Durante il XIX secolo l'economia riuscì a sopravvivere grazie alla pesca e
all'agricoltura di sussistenza, al saccheggio dei relitti, al contrabbando e alla
pesca delle spugne. Ma una nuova fase ebbe inizio quando la classe benestante
nordamericana cominciò a cercare regioni dal clima piacevole dove rilassarsi.
Un'ulteriore svolta avvenne nel 1920 quando negli Stati Uniti entrò in vigore il
Proibizionismo, che fece tornare alla vita l'attitudine al contrabbando grazi anche alla
posizione ideale per trasportare liquori illegali negli Stati Uniti a bordo di
motoscafi veloci. La città utilizzò i suoi profitti nelle costruzioni di alberghi e di
casinò. Con l'abrogazione del Proibizionismo nel 1933, Nassau subì una nuova crisi
economica, questa volta peggiorata dalla Depressione.
Con la fine della recessione economica e la conclusione della Seconda Guerra Mondiale
negli Stati Uniti, si rimise in moto l'industria turistica che portò alle isole
migliaia di soldati americani in congedo. Americani e canadesi ricchi iniziarono a
tornare alle Bahamas, incoraggiati dalla presenza dei nuovi governanti di alto
discendenza ossia il duca e la duchessa di Windsor.
L'ex re Edoardo VIII d'Inghilterra conferì alle isole un nuovo prestigio, in modo tale
da far affluire a Nassau gente sia ricca che famosa. Il duca e la duchessa, insieme al
loro mondo, cercarono di promuovere il turismo per far uscire le isole dalla recessione;
questo impegno coincise con l'inizio dell'era dei jet e con la rivoluzione cubana del
1959, avvenimenti entrambi che attirarono i turisti in cerca di una nuova meta turistica.
Concentrando i loro sforzi su Nassau, i leader locali allargarono la base aeronautica
statunitense per accogliere i jet delle compagnie internazionali nonché ripulirono
dalle mine il porto per attirare le navi da crociera.
La ripresa economica coincise con l'evoluzione della politica di partito e
l'inasprimento delle tensioni etniche. Il Progressive Liberal Party ( Partito
Liberale Progressista), capeggiato da leader di colore, prese il potere nel 1967 e
decretò così il tramonto dell'era del dominio bianco preparando la strada
all'indipendenza. Il 10 luglio 1973, le isole divennero ufficialmente una nuova nazione,
il Commonwealth delle Bahamas, mettendo fine a 325 anni di dominio britannico.
I tentativi riformistici del PLP ebbero per conseguenza il crollo dei beni immobiliari
che mise fine agli investimenti stranieri nel settore edile ed affondò l'economia.
Nel frattempo, la leadership del partito fu coinvolta in episodi di corruzione,
legati soprattutto al fiorire del commercio internazionale di droga. Dopo l'introduzione
di una serie di misure restrittive sul traffico di droga negli anni 1980 e l'elezione
di un governo di tecnici nel 1992, le Bahamas cominciarono a spostare la loro
attenzione ad un'economia nazionale basata sul turismo internazionale.
Disgraziatamente nel 1999 gli uragani Dennis e Floyd, investirono le isole distruggendo
case, strade, villaggi turistici e tratti di barriera corallina. Nelle elezioni del
maggio 2002, il Progressive Liberal Party di Perry Christie vinse con 29 seggi su 40,
mandando all'opposizione il Free National Movement Party.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una forte espansione del turismo grazie
alla costruzione di nuovi grandi alberghi.
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